La definizione di ciò che oggi viene chiamato smart working o lavoro agile ha assunto maggior valore con l’entrata in vigore della legge 81 del 22 maggio 2017: «Lo svolgimento della prestazione lavorativa in parte in luogo diverso dalla sede, con l’utilizzo di strumenti tecnologici idonei a consentire la prestazione stessa». Tale definizione rende solo parzialmente il concetto, che nel 2016 l’Osservatorio Smart Working aveva definito: «Una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare, a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati».
Infatti, la nozione di lavoro agile o smart working fa riferimento a tutte quelle forme di lavoro svolto fuori dall’azienda grazie all’uso delle nuove tecnologie e dei supporti informatici portatili ormai comuni, ma comprende anche un altro aspetto: la possibilità di de-standardizzare e rendere flessibile l’orario di lavoro, in modo da conciliare le esigenze produttive con quelle del lavoratore.
I vantaggi sia per l’azienda che per i lavoratori sono diversi:
- Aumento della conciliazione vita-lavoro per gli smartworkers
- Miglioramento dell’organizzazione (coordinamento, innovazione, flessibilità)
- Aumento del benessere e del clima aziendali
- Aumento della produttività
- Diminuzione del rischio stress lavoro correlato
- Diminuzione dei costi per i lavoratori (spostamenti) e per l’azienda (mensa, gestione)
- Aumento della responsabilizzazione dei dipendenti
- Miglioramento della leadership dei responsabili (meno controllo, più delega, più fiducia, performance per obiettivi)
Di fatto è un validissimo strumento di gestione organizzativa, specie nei casi di esigenze specifiche (ad esempio nella gestione della maternità o nella conciliazione con i carichi di cura familiare), che presuppone competenza dei manager (delega e lavoro per obiettivi) e responsabilità dei dipendenti; ma va usato in maniera intelligente, per evitare che il lavoro diventi troppo pervasivo della vita personale o che ci sia alienazione del lavoratore.
Per questo progettare un buon accordo aziendale di lavoro agile, partendo da un’analisi del fabbisogno dei dipendenti e dal contesto organizzativo specifico, senza trascurare le linee guida normative, è alla base dell’efficacia reale di tale potente strumento di flessibilità e conciliazione.
Nadia Saponara